Sei mesi fa. Sala stampa della
Worthington Tower, Manhattan.
L’ultima cosa che Peter Parker
avrebbe pensato di fare questa mattina era trovarsi come fotografo ufficiale
del Daily Bugle all’inaugurazione del più nuovo dei grattacieli di New York, ma
quando Joe Robertson gli ha chiesto di affiancare Irene Merryweather a quest’evento, visto che Angela Yin è in malattia[1],
Peter non ha potuto dire di no al suo vecchio amico. È una strana sensazione
trovarsi lì, mentre alcune sue vecchie conoscenze salgono su un palco e
cominciano una conferenza stampa di presentazione.
Warren Kenneth Worthington III porta un nome altisonante che parla di
ricchezza e di un passato glorioso ma forse anche ingombrante. È giovane,
bello, biondo, ricco e ha pure un paio d’ali sulla schiena che spuntano da un
vestito tagliato apposta per lasciarle libere; il nome in codice di Arcangelo
gli sta a pennello anche a giudicare dalle occhiate che gli riserva buona parte
del pubblico femminile ed anche qualcuno dei maschi presenti. È stato uno dei
primi mutanti a fare coming out in un’epoca in cui la maggior parte di loro si
nascondeva nell’ombra o dietro delle maschere. pensa Peter.
-Ringrazio tutti voi per essere qui presenti.- esordisce Warren dopo
essersi presentato anche a beneficio delle telecamere -Questa non è la semplice
inaugurazione di un nuovo edificio ma la riaffermazione di un sogno, il sogno
di un uomo che oggi purtroppo non è più qui con noi. Anni fa il professor
Charles Francis Xavier prese un gruppetto di ragazzi confusi e spaventati dalla
scoperta di possedere strani poteri, di essere diversi dagli altri, insegnò
loro a controllare le facoltà di cui il destino li aveva dotati e dette loro uno
scopo comune: lottare per il bene dei comuni esseri umani e dei mutanti contro
chi avrebbe voluto la supremazia di un gruppo sull’altro. Il sogno di Xavier
era che i comuni umani ed i mutanti marciassero uniti, che le differenze
genetiche, come quelle di razza, religione e orientamento sessuale, non
avessero rilevanza alcuna, nella consapevolezza che ciò che ci unisce è più importante
di ciò che ci divide, che siamo tutti esseri umani.-
Fa una pausa mentre dall’uditorio nasce un applauso.
Peter riconosce la donna sul palco dietro le spalle di Worthington: Jean
Grey, nota anche come Fenice e con lei anche il resto degli X-Men originali.
Spicca l’assenza di uno di loro: il marito di Jean, Scott Summers alias
Ciclope. Non è nemmeno in borghese mescolato tra la folla. Peter ricorda che
quando si erano incontrati qualche tempo prima, Scott gli aveva accennato
dell’esistenza di problemi nel suo matrimonio[2]
ma devono essere davvero gravi se lui non si è fatto vivo. Che peccato.
-Ehi, Parker, dove sei con la testa?- gli chiede Irene Merryweather.
-Uh… scusa, Irene- borbotta lui e riprende a scattare foto mentre torna a
prestare attenzione alle parole di Arcangelo:
-Abbiamo lasciato il Chrysler Building per non mettere in pericolo
l’incolumità degli innocenti che vi lavorano. La Worthington Tower è un
edificio che oserei definire avveniristico, progettato dall’architetto Eric
Masterson e realizzato a tempo di record dalle Richmond Enterprises con la
collaborazione del Damage Control per venire incontro alle particolari esigenze
degli occupanti. La metà superiore è occupata da appartamenti privati e dalle
strutture di supporto all’azione del gruppo di X-Men che qui avrà sede. La metà
inferiore sarà occupata dagli uffici delle Industrie Worthington e da quelli di altre attività a
proposito delle quali cedo la parola alla mia preziosa collaboratrice, la dottoressa
Jean Grey.-
Jean si avvicina al microfono e sembra decisamente emozionata.
-Grazie Warren. Scusatemi ma non sono abituata a parlare in pubblico,
quindi mi perdonerete se arriverò subito al punto.- alle spalle di Jean
un’enorme targa viene scoperta -Vi presento la Fondazione Charles Francis
Xavier di cui sono stata nominata Direttore Esecutivo. Scopo della Fondazione è
portare avanti il sogno di integrazione dell’uomo a cui è dedicata attraverso
due linee guida: in primo luogo il sostegno finanziario all’istituto di
educazione superiore fondato da Charles Xavier ed oggi ottimamente diretto
dall’amico di una vita Henry McCoy…- una pausa per guardare verso l’uomo
conosciuto come la Bestia che sorride facendo un cenno del capo -… istituto il
cui scopo primario è educare i giovani mutanti a padroneggiare i propri poteri
e usarli in modo da non danneggiare gli altri. In secondo luogo l’attività di
assistenza e supporto anche psicologico ai mutanti vittime dei pregiudizi e dei
cosiddetti crimini d’odio grazie al numero verde gratuito un tempo chiamato
C.A. Box e che oggi rilanciamo come Linea X.-
-Mi scusi…- interviene Irene -… ma in tutto questo come si inquadrano gli
X-Men?-
-Gli X-Men faranno ciò che hanno sempre fatto.- replica Warren
-Proteggere l’umanità dai pericoli che la minacciano, siano essi di origine
mutante o di altro tipo.-
-Un bel cambio di prospettiva.- ribatte la giornalista televisiva Trish
Tilby della CNBC -Sino a non molto tempo fa gli X-Men si erano creati un loro…
recinto… e non si occupavano dei problemi del resto del Mondo.-
-Immagino volesse dire “ghetto” Miss Tilby.- interviene ancora Jean -Le
parole non ci spaventano. Quei tempi sono finiti per sempre ed è per questo
motivo che una squadra di X-Men risiederà stabilmente a New York, alla Torre:
per essere più vicina al cuore dei problemi della gente comune. Dovunque ci
saranno persone in difficoltà, che siano mutanti oppure no, potranno contare
sull’aiuto degli X-Men e di Linea X.-
“Cantagliele chiare, rossa.” pensa sorridendo Peter Parker e
silenziosamente augura a Jean e agli altri buona fortuna.
Marvel
IT presenta
#27
LINEA X
di Mickey
e Carlo Monni
Una settimana fa. Sala comune degli X-Men, Worthington Tower.
Ognuno ha i propri alloggi nel grattacielo, ma è ormai diventata
un'abitudine per i membri di questo distaccamento degli X-Men fare colazione
insieme: un modo per vedersi, fare il punto della situazione e organizzare
l'intera giornata.
Arcangelo e Fenice arrivano insieme, con pesanti occhiaie.
-Buongiorno, ragazzi. Come mai quella faccia, Jean? Sara continua a fare i
capricci?- s'interessa Bobby Drake, con un caffè al ghiaccio tra le mani.
-Ogni tanto, niente di grave.- liquida la questione la neo-mamma.
-Proprio te aspettavo, Warren. Non sono il capo qui, ma
avanzerei una proposta - s'intromette Havok, facendo scivolare una copia del Daily Bugle al centro del tavolo, aperto
su una particolare pagina.
-Leggi ancora giornali di carta? Certi tabloid, poi?- lo provoca Husk, con
sguardo malandrino mentre sorseggia un tè verde.
-Mi stai dando dell'antico, ragazzina?- ribatte Alex con un tono
esattamente a metà strada tra il risentito e il divertito, se possibile.
-Non lo farei mai, signore... - replica, sempre più ironica, Paige Guthrie.
-Umpf. Comunque, come potete leggere, c'è stata un'evasione di massa dalla
sezione femminile del Centro Metropolitano Federale di Detenzione di Manhattan.[3] Ci
sono almeno quattro supercriminali in circolazione e l'F.B.S.A. non le ha
ancora catturate.-
-L'F.B.S.A.? Combinerà qualcosa quando nevicherà all'inferno, fatevelo dire da
un esperto.- commenta caustico Nightcrawler, masticando un pezzo di salsiccia.
-Sei ingiusto.- lo rimprovera l'Uomo Ghiaccio, dietro i fogli del tabloid che
ha raccolto e a cui sta dando una scorsa.
-E poi quattro super-criminali... non mi sembra propriamente un'evasione di
massa. Né il nostro target - si mostra perplesso Gambit, subito pentitosi della
propria esternazione. Con il suo passato di fuorilegge alle spalle, teme sempre
che qualsiasi dimostrazione di simpatia per dei malviventi possa suonare
sospetta ai suoi compagni.
-Io penso che abbiamo mantenuto un profilo troppo basso in questi mesi. Abbiamo
lavorato sodo, aiutato centinaia di mutanti e non, abbiamo dato una mano in
tutte le crisi recenti, ma il grande pubblico non sembra accorgersene. Dobbiamo
fare la differenza e da qualcosa dobbiamo pur ricominciare. Che ne pensi,
Warren?- insiste Havok
-Penso che non potrei essere più d'accordo, Alex. La pubblicità può farci avere
più successo, e se per farlo assicuriamo alla giustizia delle delinquenti
pericolose... perché no?
-Sono d'accordo con loro. Io sono pronto ad andare in missione - li sostiene
Alfiere. Havok sapeva di poter contare su di lui perché, per la sua storia
personale, Lucas ha sempre mostrato un'incontenibile riverenza per i Summers.
-Chi altro si propone, oltre Alex e Lucas?- chiede Warren.
-Io, io - si sbraccia Husk, con sospetto entusiasmo. Stavolta i più attenti non
pensano che sia dettato dalla sua voglia, spesso vana, di dimostrare di non
essere utile quanto un soprammobile sul campo di battaglia.
-Kurt può rimanere al centralino, visto il suo scetticismo.-
-Non è una questione di scetticismo ma di esperienza.- si difende Nightcrawler -In ogni caso, confesso che l’idea di dar la caccia a quattro donne mi imbarazza un po’.-
-Da quando sei così sessista, Kurt?- lo rimprovera bonariamente Jean.
-Non è questo.- borbotta Kurt -… è che sto riflettendo sull’uso della violenza in questi giorni.-
-Questo posso capirlo.-
-In ogni caso…- interviene Alfiere -… queste quattro non mi sembrano tipe degne della nostra attenzione: solo una ha superpoteri preoccupanti, la cosiddetta Donna Ragno.-
-E hai detto niente.- ribatte Bobby Drake -Da quel che leggo, è una psicopatica con tendenze cannibali che ha ucciso il suo stesso figlio.-
-Non devi credere a tutto quel che leggi sui giornali o su Internet, Bobby.- replica Jean -Pensa a quello che hanno sempre detto di noi.-
-Ok, hai centrato il punto, come sempre Jean.- puntualizza Warren -Comunque nemmeno le altre sono dei fiorellini: una delle quattro, Golddigger, era la vice leader delle Femizons, il gruppo estremista femminista creato da Superia.-
-Quella matta che vorrebbe sterminare tutti i maschi?-esclama Bobby -Dicono che sia morta.-[4]
-Lo dicevamo anche noi di molti nostri nemici, come Magneto, eppure ce li siamo sempre ritrovati tra i piedi.-
-Ok, daremo loro la caccia, ma come le troviamo? Siamo supereroi, non detective.-
-Io lo sono… o almeno lo ero nella mia epoca.- puntualizza Alfiere -Qui però non ho i contatti giusti.-
-Ma forse li ho io.- interviene Gambit con un sorriso sornione
Cinque mesi fa. Appartamenti privati di Warren Worthington III,
Worthington Tower.
Il primo istinto di Jean Grey è alzarsi dal letto, rivestirsi e sgattaiolare via, per tornare nel proprio appartamento, qualche piano più sotto, approfittando dell'ora tarda e del sonno degli altri inquilini del palazzo. Le basta un attimo per ricordarle che potrebbe andarsene con calma e, all'occorrenza, utilizzare i suoi poteri mentali per impedire che occhi indiscreti notino la sua presenza o, nel peggiore dei casi, cancellare il ricordo stesso, anche se una cosa che non le piace fare alla leggera.
Si rigira verso Arcangelo, facendosi accarezzare ancora dal
calore delle piume della sua ala, che la avvolge. Un angolo del suo cervello
non può fare a meno di chiedersi se il loro crescente legame non sia stato
dettato dal fatto che, in qualità di Fenice, lei gli abbia ridato la parvenza
di umanità che aveva prima delle sevizie di Apocalisse.[5] Gli
accarezza i capelli biondi e poi decide di rompere il silenzio e dare voce a
parte dei suoi timori:
-Warren, se non hai niente in contrario, non racconterei per ora a nessuno quello
che è successo stanotte... o quello che sta succedendo tra noi, qualsiasi cosa
sia. Finché non avremo le idee chiare.-
-Ti vergogni di me, eh?-
-Stupido. È che... ci conosciamo da una vita e non abbiamo mai pensato che
potesse succedere niente del genere e...-
-Parla per te. Ti devo ricordare i bei vecchi tempi quando eravamo quattro
maschi in età puberale che convivevano con una bellissima femmina coetanea?-
Non farlo. Comunque... non è questo. Io ti voglio bene ma non so ancora come
definire ciò che sento. E non voglio che il padre di mia figlia…- dice, con
tutta la distanza di cui è capace, ben poca -… venga a sapere prima che sia
inevitabile che frequento uno dei suoi migliori amici e non voglio nemmeno contare
sulla discrezione di Alex. Per quanto quei due siano sempre stati cane e gatto,
Scott è pur sempre suo fratello. Non voglio metterlo in condizione di scegliere
tra due lealtà.-
-Tranquilla. Neanch'io ci tengo che Scott mi tarpi le ali con uno sguardo.
Saranno pur passati mesi dalla vostra rottura, ma dopo tanti anni non è passato
abbastanza tempo. E con il divorzio in corso meglio non agitare le acque. Sono
con te su questo.-
-Grazie. Ti dispiace se torno da Sara?-
-Mi deluderesti se non lo facessi. Buonanotte, Jean.-
La bacia, prima di lasciarla andare e sospira vedendola uscire.
Quello che è successo stanotte può essere stato il più grave errore o la cosa più bella della sua vita, ma solo il tempo potrà dirlo.
Una settimana fa. Josie
s Bar & Grill, Hell’s Kitchen, Manhattan.
In un posto del genere un tipo come il giovane dai capelli castani col ciuffo ribelle e la faccia da schiaffi che è appena entrato non desta poi molta attenzione. Perde solo qualche istante per orientarsi e poi si dirige verso un tavolo solitario in un angolo dove un uomo sta facendo un solitario.
-La luna illumina l’isola di Barataria.- dice a bassa voce il nuovo arrivato una volta davanti all’uomo.
-Ma Jean Laffitte è già salpato.- replica l’altro, poi aggiunge -Tutta questa storia delle parole d’ordine mi sembra un gran buffonata.-
-In confidenza anche a me.-
-E così tu saresti il giovane LeBeau? Ho sentito un sacco di storie sul tuo conto.-
-Temo siano tutte vere M’sieur McGuire.- risponde Gambit sedendosi.
L’altro fa un sorrisetto e poi dice:
-Lasciamo stare le formalità, ragazzo. Sei qui perché vuoi delle informazioni, giusto?-
-Mio padre dice che se qui nella Grande Mela si cercano dei documenti falsi per espatriare, tu sia il tipo giusto per risolvere il problema.-
-Tuo padre è troppo buono e parla troppo e se io non avessi un debito nei suoi confronti non credo che ti parlerei, ma ormai l’ho fatto, quindi, spara.-
-Mi piacerebbe sapere se qualcuno ti ha richiesto dei passaporti per quattro donne. Magari una stangona bionda con lunghe gambe e una predilezione per i tacchi alti.-
L’uomo chiamato McGuire fa un sorrisetto e replica:
-Ora che mi ci fai pensare…-
Cinque settimane fa. St. Frances
Xavier Cabrini Church. Roosevelt Island, Manhattan.
Uno psicologo potrebbe avere molto da
ridire sull'edificio di culto che Nightcrawler ha scelto come propria
parrocchia dopo il trasferimento nella Grande Mela.
Una chiesa dedicata alla prima santa americana, con un nome assonante a un
personaggio fondamentale della sua esistenza, la cui morte ha innescato in lui
un percorso spirituale che aveva tenuto nascosto e che aveva colto di sorpresa
tutti, così avvezzi a considerarlo un avventuriero.
Una chiesa ubicata su un'isoletta fluviale, staccata dal resto della metropoli
ma a un tiro di schioppo per un teleporta.
Ormai Padre Polycarp non si scompone più quando Kurt Wagner compare in uno
sbuffo di zolfo nella sua sagrestia, pronto a confessarsi o a chiedere un
consulto spirituale. Stavolta, però, lo vede più preoccupato del solito.
-Che cosa ti affligge, Kurt?-
-Padre, probabilmente ne avrà sentite di tutti i colori, ma... ho un problema con il mio cammino.-
Sei giorni fa. In un vicolo
buio nella zona del porto di Manhattan.
Il faccendiere è
nervoso. Dopo i recenti exploit dei Sinistri Sei, il porto è più frequentato
che mai dalla pula - anche se, di
contro, il peggio è passato. Più che altro, lo rendono nervoso le quattro donne
con cui sta portando a termine l'affare. Tre di loro sono statuarie, una di
loro è un armadio a tre ante e, per quanto cerchino di fasciarsi nei loro
impermeabili, faticano, sia pure per motivi diversi, a passare inosservate.
-Ecco a voi, signore.- porge loro quattro
passaporti falsi.
Angela Golden, in arte Golddigger, si premura di controllare la merce, mentre Charlotte
Witter, la Donna Ragno, conta ancora le banconote con cui ricompensare il
lavoretto. Nell'oscurità, sembrano due bellissime sorelle dalla lunga chioma
bionda.
-Quindi... davvero
non verrai con noi? - chiede conferma Tanya Sealy, nota alle forze dell'ordine
come Mamba Nero. Pare sinceramente dispiaciuta di separarsi da Charlotte, con
cui sentiva di star legando nel poco tempo passato insieme. Complici alcuni
loro comuni trascorsi.
-No, vado in Argentina. E conviene a tutte voi: Tarantula Nera ha il controllo
del crimine di mezza America latina e io sono la sua Regina. Avere il suo
appoggio può fare la differenza per le Femizons.-
-Io mi rifiuto di chiedere aiuto a un uomo. Per di più a un tizio che ha un
potere che si trasmette solo di maschio in maschio.- polemizza Angela.
-Oh, davvero? Hai il coraggio di farmi la paternale col nome di battaglia che
ti ritrovi?-
Golddigger, infatti, indica proprio
una ragazza in cerca di un uomo ricco da sposare
-Non c’è niente di
male nel farsi aiutare economicamente da un uomo.- ribatte Angela -Obbedirgli
in tutto e per tutto è un’altra faccenda. Mi è bastato quel porco di Damon
Dran.-
-E Superia è meglio
perché donna? Non farmi ridere. La verità è che non sei diversa da me. Usi il
sesso per raggiungere i tuoi obiettivi senza farti scrupoli.-
Purtroppo il dibattito ideologico non può continuare perché una scia
luminescente sta per colpire. Per una contorta serie di eventi, Charlotte
Witter gode degli stessi poteri dell'Uomo Ragno, per questo il suo sesto senso
del pericolo pizzica a mille. Uno scatto animalesco la fa balzare in avanti e
trascinare via proprio la compagna di sventure con cui stava litigando, in
tempo perché una carta di Gambit esploda alle loro spalle, facendo tremare la
terra sotto i piedi di tutti i presenti.
-Signori e signore, la pacchia è finita. annuncia Havok.
Il tizio che ha fornito i passaporti sta scappando a gambe levate, con un
mucchio disordinato di banconote in una mano, quando un muro di ghiaccio si
materializza davanti al suo naso e va a sbatterci contro con violenza.
- Di' a McGuire che mi dispiace.- gli dice Gambit, mentre lo solleva stordito
da terra e lo ammanetta.
-Non perdiamo tanto
tempo, dai.-
Sbruffone, Drake impone le sue mani contro il nugolo di super-criminali e, nel
giro di pochi secondi, una cupola bianca si materializza intorno a loro,
imprigionandole in un bizzarro igloo senz'uscita. Non è evidente agli
spettatori, ma le quattro donne sono serrate in un blocco di ghiaccio,
sapientemente costruito per immobilizzarne gli arti, senza ibernarle e
lasciando solo una camera d'aria per ciascuna.
-Visto? Chiamate pure L'F.B.S.A., ora.-
Le ultime parole famose, perché due istanti più tardi la struttura esplode in
un milione di scaglie, sotto la pressione di una cappa di forza oscura,
generata da Mamba Nero.
-Sicuro di aver letto il dossier? Uomo Ghiaccio, Alfiere: Mamba Nero è vostra.-
ordina Havok.
Bobby lancia uno sguardo di fuoco ad Alex: è lui il veterano del gruppo, un
padre nobile degli X-Men, e un Summers di seconda mano si permette di
rimproverarlo e dargli ordini.
Gambit, occupati della Donna Ragno. Husk, Golddigger è tua - continua Havok,
autoaffermatosi comandante operativo di questo team, lasciando per sé
Battleaxe.
-La tizia senza poteri, eh? Mi sottovaluti, zio...- si lamenta Paige, con tono
di sfida.
-Dimostrami di cosa sei capace.-
La Guthrie si denuda
del proprio costume e della propria pelle, in un modo che costringe Havok a
ingoiare saliva. Contro ogni legge della chimica e della biologia, Husk si è
trasformata in una bellissima donna dalla scorza di diamante e la somiglianza
con la Regina Bianca rende l'immagine ancora più conturbante. Un momento di
vacillamento sufficiente perché la giunonica Anita Ehren ne possa approfittare.
Sprovvista al momento delle sue asce d'ordinanza, fa affidamento sulla propria
prestanza fisica per travolgere Alex Summers come un toro contro un drappo
rosso.
-Perché gli X-Men si scomodano per noi?- domanda Charlotte Witter ad alta voce.
-Abbiamo un debole per le belle donne.- ribatte l'incorreggibile Remy, che la
sta attaccando.
-Tipici beceri commenti da bar-.- s'intromette nel discorso Golddigger, a due
passi da loro, pur già alle prese in un corpo a corpo con Husk.
- Troppe bionde da queste parti - scherza Paige, menando pugni adamantini come
ha imparato nella Stanza del Pericolo, forte del fatto che non rischia di farsi
anche un solo graffio. Non aveva però considerato che una pelle di diamante ha
i suoi limiti, soprattutto in fatto di piena mobilità.
-Almeno su una cosa siamo d'accordo, chiunque-tu-sia - ribatte colpo su colpo
la Golden, sfoggiando un'abilità nelle arti marziali insospettabile di primo
acchito. Anche così un solo pugno di diamante basterebbe a metterla fuori
combattimento… se riuscisse a raggiungerla.
Dal canto suo, anche
Gambit sta avendo qualche difficoltà imprevista. Ha incrociato poche volte
l'Uomo Ragno e non ricorda di aver mai avuto motivo di combatterci, ma questo
equivalente femminile e cattivo pare avere la stessa agilità, gli stessi
riflessi. Qualsiasi cosa le stia mandando contro, lei riesce ad evitarla.
In genere Havok
contiene il suo potere, ma dai file che ha studiato su Battleaxe, pensa che sia
ragionevolmente in grado di assorbire una salva di plasma senza danni
permanenti o micidiali. Perciò, dopo essere stato investito dalla sua carica,
non frena l'istinto di ricambiare con una raffica di energia cosmica che la
scaraventa oltre il molo, dritta nell'acqua.
-Uomo Ghiaccio! - ordina ancora -Battleaxe è in acqua, non lasciarla scappare,
puoi occupartene tu?-
-Zì, badrone - replica l'interpellato,
con un'inopportuna battuta sullo schiavismo mentre Alex si rialza sorpreso
dallo scoprire di avere ancora tutte le ossa al loro posto. Beh, non si
lamenterà di certo.
Un sempre più
frustrato Drake si sporge sulla banchina, punta le braccia verso l'acqua e il
suo potere anti-entropico congela il mare dal fondale verso l'alto, per un
raggio di una dozzina di metri. Il suo obiettivo è portare a galla qualunque
cosa stia nuotando o affogando in quelle acque e, difatti, poco dopo Battleaxe
emerge su una lastra di ghiaccio.
-Vediamo se sono in grado di farti prendere un raffreddore.- dice,
rispolverando una battuta che avrà utilizzato fin troppe volte nella sua
carriera e, insieme, la mossa utilizzata poc'anzi. Porta sottozero l'acqua che
circonda la criminale, creando un bozzolo che la immobilizzi e che le lasci
scoperta solo la testa. -E adesso sta' buona lì, ok?
-Peccato. In altre
circostanze, avrei fatto tutto tranne che sfuggire a uno come te - stuzzica la
Witter mentre si arrampica sulla parete di un container per evitare Gambit. Per
qualche motivo, lui si fa scrupoli a farla esplodere per colpire lei. Sta
sviluppando davvero una coscienza, dopotutto.
-Sono in una fase "Mi piacciono le bionde"…- dice Remy, contando di
farsi sentire da Paige -… ma tu sei troppo vecchia per me, Donna Ragno!-. Opta
per far esplodere una delle ultime carte a sua disposizione verso l'alto, sulle
loro teste, con il solo effetto di farla barcollare.
-Per te sono Regina Ragno, villano!- esclama a gran voce la donna, mentre a
sorpresa emette un filo di ragnatela per tappare la bocca che ha partorito
l'insulto, e altri due getti ad ancorargli i piedi al terreno, facendolo
rovinare in modo indecoroso.
-“Regina Ragno”? Che cos'è, un'evoluzione in stile Pokèmon?- scherza Husk, la
più giovane del gruppo, e non a caso non tutti colgono la battuta. In un
irrazionale ordine di priorità, accorre dal suo compagno di squadra e utilizza
le sue unghie di diamante per strappare la ragnatela, prima dai piedi, poi
dalla sua bocca. Durante l'operazione, per un attimo, i loro volti e le loro
labbra si trovano vicinissimi. Remy guarda Paige con i suoi inconfondibili
occhi rossoneri, con un'intensità e un desiderio da far mozzare il fiato a
qualsiasi donna.
Un'ennesima distrazione che dà spazio a Golddigger per colpire la schiena di
Gambit con un calcio.
-Touché! Ho letto che sei di New Orleans, come me... posso avere
l'onore di arrestarti?-
-Fai poco lo sbruffone, LeBeau... gioca pure a fare l'eroe ma la fama della tua
vera natura ti sovrasterà sempre!-
La rabbia monta sempre più nel Cajun... la Golden lo stuzzica ricordandogli il
suo passato criminale. Non si è mai vergognato di essere stato un ladro
gentiluomo, ma ci sono certe altre cose nel suo passato che preferisce non
ricordare.
-Non farmi la
paternale.- la rimbecca -Non sei certo migliore di me solo perché frequentavi i
quartieri alti in cerca di polli… o pollastre... da spennare,-
-Sta' zitto!-
ribatte Golddigger con voce irata.
Gli sferra un calcio
che gli farebbe molto male se lui non si scansasse all’ultimo secondo.
Per colpirlo
Golddigger si è scoperta troppo e diventa facile preda dei pugni adamantini di
Husk e basta che uno arrivi segno per avere una facile vittoria sull'amante di
Superia.
Una volta che è riversa per terra, Husk ne raccoglie i polsi, dietro la
schiena, e li porge al suo compagno di squadra.
-Prego...-
-Grazie, bella.- dice Gambit, ammanettando la criminale, per poi guardarsi
intorno. -Dov'è andata a finire la Regina Ragno?-
-Non lo so. Aiutiamo gli altri nel frattempo?-
Qualche supporto
sarebbe loro gradito, in effetti.
Mamba Nero era fin dal principio l'elemento più delicato del gruppo. Annovera
tra i suoi poteri la gestione di una fantomatica energia oscura e blandi poteri
mentali che le permettono di creare illusioni e controllare menti.
Havok contava di andare sul sicuro, mandando Alfiere in prima linea contro di
lei. La sconfitta attende chi non conosce abbastanza bene il proprio nemico.
-Aaaaargh!- è l'urlo straziante di Lucas, al suo primo tentativo di utilizzare
la propria facoltà mutante per assorbire l'energia oscura sprigionata da Tanya
Sealy.
-Che cosa pensavi di fare?!- lo rimbrotta lei. Gli si avvicina e lo guarda
cadere sulle ginocchia. Continua a effondere i suoi neri flussi mistici, che
sembrano avere l'effetto di essere assorbiti da Alfiere fino ad avvelenarlo,
intossicarlo. Si contorce dal dolore e nessuno dei suoi compagni sembra
preoccuparsene, presi come sono a combattere o imprigionare le altre
avversarie.
Fino a un certo punto. Il legno del molo cede sotto i piedi di Mamba Nero,
grazie a una scarica di Havok, di ritorno dopo essersi occupato di Battleaxe.
-Lascialo stare!-
Ormai è tardi, perché Alfiere ha perso i sensi. Alex Summers si china su di
lui, per accertarsi delle sue condizioni. Il suo polso è debole e il suo respiro
è corto, ma dovrebbe farcela finché si liberano di quelle seccature.
E potrebbe volerci più del previsto.
L'Uomo Ghiaccio è
ancora impegnato a rafforzare la trappola di ghiaccio intorno a Battleaxe
quando vede la ragazza in costume succinto emergere dall’acqua.
-Serve una mano
dolcezza… o magari un po’ di ghiaccio?-
Mamba nero non
risponde: una nuvola di forza oscura sin stacca da lei per dirigersi verso
Bobby.
-Ma cosa?-
-Se non fosse stato
distratto quando la ragazza è emersa forse l’Uomo Ghiaccio avrebbe reagito più
rapidamente, ma a quanto pare questa non è la sua giornata fortunata. Un'ondata
di energia oscura lo investe, lo travolge e riesce perfino a far venire meno la
sua corazza lucente, riportandolo a un aspetto del tutto umano, svenuto in una
pozza di acqua in liquefazione.
Havok è pronto a scatenare il suo colpo migliore per mettere ko la
supercriminale mentre torna all’asciutto, ma la vista gli si annebbia e l'udito
gli si ovatta.
“Alex!”
Quella voce… non può
essere.
-Lorna!- esclama.
Davanti a lui c’è
Lorna Dane, Polaris, la donna che ha amato più di ogni altra e che ha perso in
maniera stupida. Quasi senza accorgersene si muove verso di lei.
“Vieni da me Alex, ti aspetto, ti voglio.”
Havok non si accorge
di diventare sempre più debole e non gli importa, non con Lorna lì con lui.
Un’improvvisa
esplosione lo scuote da suo stato di trance.
Sbatte gli occhi e
vede Mamba Nero spinta a terra da un calcio di Husk ancora in forma adamantina
mentre poco lontano si vedono i rimasugli dell’esplosione di una carta di
Gambit.
-Sei stato fortunato, mon ami.- gli dice Remy -Il potere di Mamba Nero
avrebbe potuto ucciderti se fossi rimasto intrappolato più a lungo nella sua
illusione.-
-Lo so e ti
ringrazio.- risponde Havok –Ecco a cosa serve il lavoro di squadra.-
-Parli come tuo
fratello.-
-Era un
complimento?-
Gambit si limita a un
sorriso sornione.
Finalmente cala il
silenzio. Gli X-Men si guardano intorno.
Battleaxe è imprigionata nel ghiaccio, ancora per poco.
Golddigger è ammanettata per mani e piedi.
Mamba Nero è anche lei ammanettata a terra
-Dove diavolo è la
Regina Ragno?! - domanda a tutti Havok, alquanto contrariato.
-Perlustro la zona - annuncia l'Uomo Ghiaccio, in tutta risposta, slittando via
su una scia di acqua allo stato solido. Preferisce darsi da fare che ascoltare
ancora la voce boriosa di Alex.
Una squadra del
Federal Bureau for Superhuman Affairs raggiunge il campo di battaglia nel giro
di pochi minuti.
-Vi ringrazio – dice, mentre porge la
mano ad Alex, l’Agente Speciale Angela Del Toro -Non solo avete rimesso in
gattabuia tre super-criminali ma avete anche sgominato un giro di falsi
documenti e questo renderà più difficile ad altri delinquenti sfuggirci.-
Gambit si fa
sfuggire un colpo di tosse. Meglio che le autorità non scoprano che il suo
accordo con McGuire prevedeva il sacrificio di un gregario minore. Lui non lo
dirà di certo.
-Dovere - ricambia
la stretta di mano Havok.-Siamo mortificati di esserci fatti sfuggire la Regina
Ragno.-
-La Donna Ragno, intende?-
-Dice di volersi far chiamare così, adesso - spiega Husk, appoggiandosi al
portavoce della squadra.
-Supercriminali..!-
sbuffa l'agente -Grazie lo stesso e alla prossima, X-Men.-
La squadra di agenti
federali si è appena allontanata con le prigioniere che Paige interviene.
-Scusate… io credo
di stare per…-
Prima che possa
continuare, ecco che ritorna in forma umana… completamente nuda.
I maschi del gruppo
rimangono per qualche attimo fermi, sconcertati e imbarazzati… e forse anche
altro, anche se non lo ammetterebbero mai. Infine Gambit le porge galantemente
il suo impermeabile.
-Tieni, ma chère. Me lo ridarai al ritorno alla
base.
-Grazie.- replica
lei -Tutto questo è imbarazzante ma non so come fare. Neanche le molecole
instabili sembrano funzionare.-
-Oh, io non mi lamento:
ho gradito lo spettacolo.-
-Stupido!- ribatte
Paige con un sorrisetto ammiccante.
Alex tace.
Oggi. Centralino di Linea X, Worthington Tower.
<<Le passo un operatore specializzato.>> dice una voce
femminile.
Un'addetta allo smistamento delle chiamate in arrivo mette
in attesa quella appena arrivata e clicca un paio di icone su un touch screen, una delle quali porta il
bel faccino di Remy LeBeau.
<<Gambit, una
chiamata da Aix-en-Provence, Francia.>> dice leggendo il toponimo in
un modo da far sanguinare le orecchie.
-Si legge “exanprovàns”, bellezza. Un
giorno di questi ti do lezioni private di lingua, ti va?-
ci prova come sempre l'ex ladro, nella sua lingua natìa… o almeno nel dialetto
Cajun della Louisiana che probabilmente farebbe ugualmente inorridire un vero
Francese, lingua che ha così poca occasione di esercitare ultimamente.
L'impiegata sfrutta l'urgenza della telefonata per cambiare
linea.
Una voce francese maschile non lascia il tempo a Gambit di dire la frase
d'accoglienza di rito.
<<Voi... potete aiutarmi? Mi stanno
dando la caccia...>>
-Dove ti trovi? Chi ti sta dando la caccia?-
<<Teppisti... sono armati di coltelli... vogliono scuoiarmi
la testa... ho i capelli vivi>> prova a spiegare il giovane,
dipingendo un quadro molto vago. Un flash fa immaginare a Gambit una versione
maschile della mitologica Medusa.
-Come ti chiami?-
<<Martin>>
-Ascolta, Martin, devi resistere ancora un poco. Tieni la telefonata aperta, in modo che possiamo triangolare la tua posizione, ok? La chiamata è a carico nostro.-
Sala delle riunioni, cinque minuti più tardi.
-Vogliamo avere rogne con l'Unione Europea? Vi devo ripetere che ogni
teletrasporto in territorio straniero è una violazione di leggi
internazionali?- si lamenta Arcangelo.
-E da quando in qua una cosa del genere ti preoccupa?- chiede Alfiere -Siamo andati sempre dove ci pareva senza mai chiedere permessi a nessuno.-
-Poi vi lamentate se non abbiamo pubblicità- lamenta a sua volta Remy.
-È proprio della cattiva pubblicità che mi preoccupo.- ribatte Warren -Siamo un’organizzazione pubblica adesso.-
-Ha ragione. Ci avrebbero fatto comodo le identità segrete… ma ormai il danno è fatto.- interviene Alex Summers.
-Secondo me, da quando hai scoperto di avere una figlia ti sei rammollito, Worthington.- afferma in tono polemico Alfiere.
-E con questo cosa vorresti dire?- ribatte, irato, Warren.
-Calmatevi. Possiamo riuscire ad aiutare quel giovanotto francese
mantenendo un basso profilo… a patto che Nightcrawler possa farci raggiungere
il ragazzo in tempo.- dispone Havok, in un modo che tradisce sempre più la sua
ambizione alla leadership -Warren, ci dai il via libera?-
-Andate.- è la risposta.
-Ora riprovo a chiamare Kurt.- coglie la palla al balzo Gambit.
Appartamento di Diana Vickers, Queens.
Kurt Wagner fatica a credere che Linea X lo stia contattando fuori dall'orario
di lavoro, proprio nel frangente più delicato della sua vita recente.
- Devi rispondere? - gli domanda Diana, le dita che gli solleticano la
peluria blu del petto.
- Temo di sì, amore - si smarca a malincuore, si mette a sedere sul letto e
risponde al cellulare.
<<Kurt, dove sei?>>
domanda Gambit, all'altro capo del telefono.
-È importante? Dimmi.-
<<Abbiamo una’emergenza in Francia.
Per non irritare le autorità francesi Warren vuole mantenere un basso profilo.
Sei disponibile a trasportare un gruppo di noi fin lì?.>>
-E se vi accompagnassi e tornassi a prendervi quando avete
finito?-
<<Se preferisci così...>>
-Bene, arrivo subito.- chiude bruscamente la conversazione Kurt e poi si
rivolge alla ragazza -Meine Liebchen
abbiamo un mare di cose di cui parlare... per non dire altro, ma devo star via
al massimo dieci minuti. Mi aspetti?-
-Ti ho aspettato per settimane, posso aspettare qualche minuto. Buon lavoro,
amore.-
Si baciano in un modo focoso che farebbe inorridire tutti i mutantofobi.
Lui pensa di teletrasportarsi alla base.
Ma Diana Vickers continua a essere di fronte a lui, con espressione sempre più
perplessa.
-Bé ? Non riesci proprio a staccarti da me?- sta per avvinghiarglisi al collo.
-Sì… cioè, no, è che... non riesco a teletrasportarmi!-
E il vivo terrore che si disegna sul suo volto non lascia
pensare a scherzi.
Contemporaneamente.
In un laboratorio segreto.
Un terminale si illumina ed emette un'inquietante suoneria per segnalare una
notifica.
Una misteriosa figura arriva alla postazione nel giro di un minuto ed analizza
i dati appena ricevuti. È entusiasta delle notizie.
C'è stato il primo, vero contatto. È questione di tempo prima che la verità
venga a galla.
Il piano può passare alla fase 2.
Nel prossimo episodio...
Gli X-Men contro un altro gruppo
di super-criminali, mentre Nightcrawler scopre inquietanti verità sulla
defaillance dei suoi poteri...
Note
Ci ritroviamo dopo ben sette anni dal’ultimo episodio per quello che speriamo sia un gradito nuovo inizio.
La serie ha esordito con un amplesso tra Arcangelo e Psylocke, fattore scatenate della prima saga; per onorare la tradizione, Mickey non si è trattenuto dal raddoppiare la citazione, alludendo a due scene intime, una delle quali fa da apripista agli eventi futuri.
Le quattro supercriminali di questo episodio possono sembrare relativamente minori nel vasto panorama Marvel ma come abbiamo visto hanno dato del filo da torcere ai nostri eroi. La scelta di usare antagonisti non mutanti è stata, per così dire, ideologica, per mostrare che nella nostra concezione gli X-Men non sono rinchiusi in un loro ghetto ma partecipano alle vicende di tutto il Marvel Universe.
I più attenti di voi si potrebbero chiedere: ma non c’era già una supercriminale che si faceva chiamare Regina Ragno? Ebbene sì e sospettiamo che prima o poi la questione di chi sarà ad avere il diritto di portare quel nome sarà affrontata in qualche storia futura, quasi certamente scritta da Mickey. -_^
Applausi e congratulazioni a Carlo Monni
Insulti e pomodori a Mickey.
Stiamo scherzando, ovviamente. -_^
Carlo & Mickey