Sei mesi fa. Sala stampa della Worthington Tower, Manhattan.

L’ultima cosa che Peter Parker avrebbe pensato di fare questa mattina era trovarsi come fotografo ufficiale del Daily Bugle all’inaugurazione del più nuovo dei grattacieli di New York, ma quando Joe Robertson gli ha chiesto di affiancare Irene Merryweather a quest’evento, visto che Angela Yin è in malattia[1], Peter non ha potuto dire di no al suo vecchio amico. È una strana sensazione trovarsi lì, mentre alcune sue vecchie conoscenze salgono su un palco e cominciano una conferenza stampa di presentazione.

Warren Kenneth Worthington III porta un nome altisonante che parla di ricchezza e di un passato glorioso ma forse anche ingombrante. È giovane, bello, biondo, ricco e ha pure un paio d’ali sulla schiena che spuntano da un vestito tagliato apposta per lasciarle libere; il nome in codice di Arcangelo gli sta a pennello anche a giudicare dalle occhiate che gli riserva buona parte del pubblico femminile ed anche qualcuno dei maschi presenti. È stato uno dei primi mutanti a fare coming out in un’epoca in cui la maggior parte di loro si nascondeva nell’ombra o dietro delle maschere. pensa Peter.

-Ringrazio tutti voi per essere qui presenti.- esordisce Warren dopo essersi presentato anche a beneficio delle telecamere -Questa non è la semplice inaugurazione di un nuovo edificio ma la riaffermazione di un sogno, il sogno di un uomo che oggi purtroppo non è più qui con noi. Anni fa il professor Charles Francis Xavier prese un gruppetto di ragazzi confusi e spaventati dalla scoperta di possedere strani poteri, di essere diversi dagli altri, insegnò loro a controllare le facoltà di cui il destino li aveva dotati e dette loro uno scopo comune: lottare per il bene dei comuni esseri umani e dei mutanti contro chi avrebbe voluto la supremazia di un gruppo sull’altro. Il sogno di Xavier era che i comuni umani ed i mutanti marciassero uniti, che le differenze genetiche, come quelle di razza, religione e orientamento sessuale, non avessero rilevanza alcuna, nella consapevolezza che ciò che ci unisce è più importante di ciò che ci divide, che siamo tutti esseri umani.-

Fa una pausa mentre dall’uditorio nasce un applauso.

Peter riconosce la donna sul palco dietro le spalle di Worthington: Jean Grey, nota anche come Fenice e con lei anche il resto degli X-Men originali. Spicca l’assenza di uno di loro: il marito di Jean, Scott Summers alias Ciclope. Non è nemmeno in borghese mescolato tra la folla. Peter ricorda che quando si erano incontrati qualche tempo prima, Scott gli aveva accennato dell’esistenza di problemi nel suo matrimonio[2] ma devono essere davvero gravi se lui non si è fatto vivo. Che peccato.

-Ehi, Parker, dove sei con la testa?- gli chiede Irene Merryweather.

-Uh… scusa, Irene- borbotta lui e riprende a scattare foto mentre torna a prestare attenzione alle parole di Arcangelo:

-Abbiamo lasciato il Chrysler Building per non mettere in pericolo l’incolumità degli innocenti che vi lavorano. La Worthington Tower è un edificio che oserei definire avveniristico, progettato dall’architetto Eric Masterson e realizzato a tempo di record dalle Richmond Enterprises con la collaborazione del Damage Control per venire incontro alle particolari esigenze degli occupanti. La metà superiore è occupata da appartamenti privati e dalle strutture di supporto all’azione del gruppo di X-Men che qui avrà sede. La metà inferiore sarà occupata dagli uffici delle Industrie  Worthington e da quelli di altre attività a proposito delle quali cedo la parola alla mia preziosa collaboratrice, la dottoressa Jean Grey.-

Jean si avvicina al microfono e sembra decisamente emozionata.

-Grazie Warren. Scusatemi ma non sono abituata a parlare in pubblico, quindi mi perdonerete se arriverò subito al punto.- alle spalle di Jean un’enorme targa viene scoperta -Vi presento la Fondazione Charles Francis Xavier di cui sono stata nominata Direttore Esecutivo. Scopo della Fondazione è portare avanti il sogno di integrazione dell’uomo a cui è dedicata attraverso due linee guida: in primo luogo il sostegno finanziario all’istituto di educazione superiore fondato da Charles Xavier ed oggi ottimamente diretto dall’amico di una vita Henry McCoy…- una pausa per guardare verso l’uomo conosciuto come la Bestia che sorride facendo un cenno del capo -… istituto il cui scopo primario è educare i giovani mutanti a padroneggiare i propri poteri e usarli in modo da non danneggiare gli altri. In secondo luogo l’attività di assistenza e supporto anche psicologico ai mutanti vittime dei pregiudizi e dei cosiddetti crimini d’odio grazie al numero verde gratuito un tempo chiamato C.A. Box e che oggi rilanciamo come Linea X.-

-Mi scusi…- interviene Irene -… ma in tutto questo come si inquadrano gli X-Men?-

-Gli X-Men faranno ciò che hanno sempre fatto.- replica Warren -Proteggere l’umanità dai pericoli che la minacciano, siano essi di origine mutante o di altro tipo.-

-Un bel cambio di prospettiva.- ribatte la giornalista televisiva Trish Tilby della CNBC -Sino a non molto tempo fa gli X-Men si erano creati un loro… recinto… e non si occupavano dei problemi del resto del Mondo.-

-Immagino volesse dire “ghetto” Miss Tilby.- interviene ancora Jean -Le parole non ci spaventano. Quei tempi sono finiti per sempre ed è per questo motivo che una squadra di X-Men risiederà stabilmente a New York, alla Torre: per essere più vicina al cuore dei problemi della gente comune. Dovunque ci saranno persone in difficoltà, che siano mutanti oppure no, potranno contare sull’aiuto degli X-Men e di Linea X.-

“Cantagliele chiare, rossa.” pensa sorridendo Peter Parker e silenziosamente augura a Jean e agli altri buona fortuna.

 

Marvel IT presenta


#27
LINEA X

di Mickey e Carlo Monni

Una settimana fa. Sala comune degli X-Men, Worthington Tower.
Ognuno ha i propri alloggi nel grattacielo, ma è ormai diventata un'abitudine per i membri di questo distaccamento degli X-Men fare colazione insieme: un modo per vedersi, fare il punto della situazione e organizzare l'intera giornata.
Arcangelo e Fenice arrivano insieme, con pesanti occhiaie.
-Buongiorno, ragazzi. Come mai quella faccia, Jean? Sara continua a fare i capricci?- s'interessa Bobby Drake, con un caffè al ghiaccio tra le mani.
-Ogni tanto, niente di grave.- liquida la questione la neo-mamma.

-Proprio te aspettavo, Warren. Non sono il capo qui, ma avanzerei una proposta - s'intromette Havok, facendo scivolare una copia del Daily Bugle al centro del tavolo, aperto su una particolare pagina.
-Leggi ancora giornali di carta? Certi tabloid, poi?- lo provoca Husk, con sguardo malandrino mentre sorseggia un tè verde.
-Mi stai dando dell'antico, ragazzina?- ribatte Alex con un tono esattamente a metà strada tra il risentito e il divertito, se possibile.
-Non lo farei mai, signore... - replica, sempre più ironica, Paige Guthrie.
-Umpf. Comunque, come potete leggere, c'è stata un'evasione di massa dalla sezione femminile del Centro Metropolitano Federale di Detenzione di Manhattan.[3] Ci sono almeno quattro supercriminali in circolazione e l'F.B.S.A. non le ha ancora catturate.-
-L'F.B.S.A.? Combinerà qualcosa quando nevicherà all'inferno, fatevelo dire da un esperto.- commenta caustico Nightcrawler, masticando un pezzo di salsiccia.
-Sei ingiusto.- lo rimprovera l'Uomo Ghiaccio, dietro i fogli del tabloid che ha raccolto e a cui sta dando una scorsa.
-E poi quattro super-criminali... non mi sembra propriamente un'evasione di massa. Né il nostro target - si mostra perplesso Gambit, subito pentitosi della propria esternazione. Con il suo passato di fuorilegge alle spalle, teme sempre che qualsiasi dimostrazione di simpatia per dei malviventi possa suonare sospetta ai suoi compagni.
-Io penso che abbiamo mantenuto un profilo troppo basso in questi mesi. Abbiamo lavorato sodo, aiutato centinaia di mutanti e non, abbiamo dato una mano in tutte le crisi recenti, ma il grande pubblico non sembra accorgersene. Dobbiamo fare la differenza e da qualcosa dobbiamo pur ricominciare. Che ne pensi, Warren?- insiste Havok
-Penso che non potrei essere più d'accordo, Alex. La pubblicità può farci avere più successo, e se per farlo assicuriamo alla giustizia delle delinquenti pericolose... perché no?
-Sono d'accordo con loro. Io sono pronto ad andare in missione - li sostiene Alfiere. Havok sapeva di poter contare su di lui perché, per la sua storia personale, Lucas ha sempre mostrato un'incontenibile riverenza per i Summers.
-Chi altro si propone, oltre Alex e Lucas?- chiede Warren.
-Io, io - si sbraccia Husk, con sospetto entusiasmo. Stavolta i più attenti non pensano che sia dettato dalla sua voglia, spesso vana, di dimostrare di non essere utile quanto un soprammobile sul campo di battaglia.
-Kurt può rimanere al centralino, visto il suo scetticismo.-

-Non è una questione di scetticismo ma di esperienza.- si difende Nightcrawler -In ogni caso, confesso che l’idea di dar la caccia a quattro donne mi imbarazza un po’.-

-Da quando sei così sessista, Kurt?- lo rimprovera bonariamente Jean.

-Non è questo.- borbotta Kurt -… è che sto riflettendo sull’uso della violenza in questi giorni.-

-Questo posso capirlo.-

-In ogni caso…- interviene Alfiere -… queste quattro non mi sembrano tipe degne della nostra attenzione: solo una ha superpoteri preoccupanti, la cosiddetta Donna Ragno.-

-E hai detto niente.- ribatte Bobby Drake -Da quel che leggo, è una psicopatica con tendenze cannibali che ha ucciso il suo stesso figlio.-

-Non devi credere a tutto quel che leggi sui giornali o su Internet, Bobby.- replica Jean -Pensa a quello che hanno sempre detto di noi.-

-Ok, hai centrato il punto, come sempre Jean.- puntualizza Warren -Comunque nemmeno le altre sono dei fiorellini: una delle quattro, Golddigger, era la vice leader delle Femizons, il gruppo estremista femminista creato da Superia.-

-Quella matta che vorrebbe sterminare tutti i maschi?-esclama Bobby -Dicono che sia morta.-[4]

-Lo dicevamo anche noi di molti nostri nemici, come Magneto, eppure ce li siamo sempre ritrovati tra i piedi.-

-Ok, daremo loro la caccia, ma come le troviamo? Siamo supereroi, non detective.-

-Io lo sono… o almeno lo ero nella mia epoca.- puntualizza Alfiere -Qui però non ho i contatti giusti.-

-Ma forse li ho io.- interviene Gambit con un sorriso sornione

 

Cinque mesi fa. Appartamenti privati di Warren Worthington III, Worthington Tower.

Il primo istinto di Jean Grey è alzarsi dal letto, rivestirsi e sgattaiolare via, per tornare nel proprio appartamento, qualche piano più sotto, approfittando dell'ora tarda e del sonno degli altri inquilini del palazzo. Le basta un attimo per ricordarle che potrebbe andarsene con calma e, all'occorrenza, utilizzare i suoi poteri mentali per impedire che occhi indiscreti notino la sua presenza o, nel peggiore dei casi, cancellare il ricordo stesso, anche se una cosa che non le piace fare alla leggera.

Si rigira verso Arcangelo, facendosi accarezzare ancora dal calore delle piume della sua ala, che la avvolge. Un angolo del suo cervello non può fare a meno di chiedersi se il loro crescente legame non sia stato dettato dal fatto che, in qualità di Fenice, lei gli abbia ridato la parvenza di umanità che aveva prima delle sevizie di Apocalisse.[5] Gli accarezza i capelli biondi e poi decide di rompere il silenzio e dare voce a parte dei suoi timori:
-Warren, se non hai niente in contrario, non racconterei per ora a nessuno quello che è successo stanotte... o quello che sta succedendo tra noi, qualsiasi cosa sia. Finché non avremo le idee chiare.-
-Ti vergogni di me, eh?-
-Stupido. È che... ci conosciamo da una vita e non abbiamo mai pensato che potesse succedere niente del genere e...-
-Parla per te. Ti devo ricordare i bei vecchi tempi quando eravamo quattro maschi in età puberale che convivevano con una bellissima femmina coetanea?-
Non farlo. Comunque... non è questo. Io ti voglio bene ma non so ancora come definire ciò che sento. E non voglio che il padre di mia figlia…- dice, con tutta la distanza di cui è capace, ben poca -… venga a sapere prima che sia inevitabile che frequento uno dei suoi migliori amici e non voglio nemmeno contare sulla discrezione di Alex. Per quanto quei due siano sempre stati cane e gatto, Scott è pur sempre suo fratello. Non voglio metterlo in condizione di scegliere tra due lealtà.-
-Tranquilla. Neanch'io ci tengo che Scott mi tarpi le ali con uno sguardo. Saranno pur passati mesi dalla vostra rottura, ma dopo tanti anni non è passato abbastanza tempo. E con il divorzio in corso meglio non agitare le acque. Sono con te su questo.-
-Grazie. Ti dispiace se torno da Sara?-
-Mi deluderesti se non lo facessi. Buonanotte, Jean.-

La bacia, prima di lasciarla andare e sospira vedendola uscire.

Quello che è successo stanotte può essere stato il più grave errore o la cosa più bella della sua vita, ma solo il tempo potrà dirlo.

 

Una settimana fa. Josie s Bar & Grill, Hell’s Kitchen, Manhattan.

In un posto del genere un tipo come il giovane dai capelli castani col ciuffo ribelle e la faccia da schiaffi che è appena entrato non desta poi molta attenzione. Perde solo qualche istante per orientarsi e poi si dirige verso un tavolo solitario in un angolo dove un uomo sta facendo un solitario.

-La luna illumina l’isola di Barataria.- dice a bassa voce il nuovo arrivato una volta davanti all’uomo.

-Ma Jean Laffitte è già salpato.- replica l’altro, poi aggiunge -Tutta questa storia delle parole d’ordine mi sembra un gran buffonata.-

-In confidenza anche a me.-

-E così tu saresti il giovane LeBeau? Ho sentito un sacco di storie sul tuo conto.-

-Temo siano tutte vere M’sieur McGuire.- risponde Gambit sedendosi.

L’altro fa un sorrisetto e poi dice:

-Lasciamo stare le formalità, ragazzo. Sei qui perché vuoi delle informazioni, giusto?-

-Mio padre dice che se qui nella Grande Mela si cercano dei documenti falsi per espatriare, tu sia il tipo giusto per risolvere il problema.-

-Tuo padre è troppo buono e parla troppo e se io non avessi un debito nei suoi confronti non credo che ti parlerei, ma ormai l’ho fatto, quindi, spara.-

-Mi piacerebbe sapere se qualcuno ti ha richiesto dei passaporti per quattro donne. Magari una stangona bionda con lunghe gambe e una predilezione per i tacchi alti.-

L’uomo chiamato McGuire fa un sorrisetto e replica:

-Ora che mi ci fai pensare…-

 

Cinque settimane fa. St. Frances Xavier Cabrini Church. Roosevelt Island, Manhattan.
Uno psicologo potrebbe avere molto da ridire sull'edificio di culto che Nightcrawler ha scelto come propria parrocchia dopo il trasferimento nella Grande Mela.
Una chiesa dedicata alla prima santa americana, con un nome assonante a un personaggio fondamentale della sua esistenza, la cui morte ha innescato in lui un percorso spirituale che aveva tenuto nascosto e che aveva colto di sorpresa tutti, così avvezzi a considerarlo un avventuriero.
Una chiesa ubicata su un'isoletta fluviale, staccata dal resto della metropoli ma a un tiro di schioppo per un teleporta.
Ormai Padre Polycarp non si scompone più quando Kurt Wagner compare in uno sbuffo di zolfo nella sua sagrestia, pronto a confessarsi o a chiedere un consulto spirituale. Stavolta, però, lo vede più preoccupato del solito.
-Che cosa ti affligge, Kurt?-

-Padre, probabilmente ne avrà sentite di tutti i colori, ma... ho un problema con il mio cammino.-

-Fammi indovinare... una donna..?-
-È un telepate?-

-Non ce n'è bisogno. Come avevi presagito, molti seminaristi cadono preda di questo genere di confusione, soprattutto quando manca così poco alla loro ordinazione.-
- Dovrebbe confortarmi, ma... non capisco. Proprio quando ho deciso di rinunciare all'amore... Dio decide di mettere sulla mia strada la donna della mia vita.-
- Addirittura?-
- Sì, padre! Io... non mi spiego quello che è successo. Non è certo la prima volta che mi capita di innamorarmi anche se con il mio aspetto ho sempre avuto... diciamo qualche difficoltà a trovare una compagna, ma con questa ragazza è diverso. Sono partito per la tangente dal primo momento in cui l'ho vista. Eppure Diana è una ragazza qualunque, oserei dire... anonima, se non mi prendesse così tanto. E il colmo è che dopo questo colpo di fulmine... lei mi

ha fatto capire di ricambiare.-
-Vi siete già... lasciati andare?
-No. Le ho parlato della mia situazione e sta aspettando.-
-È mutante anche lei?-
-No, è una comune umana, lavora nella nostra segretaria. È una dei tanti non-mutanti che abbiamo dovuto assumere a Linea X per rispettare le leggi sulle pari opportunità.-
-Adesso siamo noi umani a dover essere tutelati, eh?-
-È un caso. O è solo l'inizio... Ma che ne pensa, insomma? Ho bisogno che sia sincero. Dio sta mettendo alla prova la mia vocazione? O vuole suggerirmi di lasciar perdere e godermi questa storia?-

-Se è vero che il Signore tutto vede e tutto dispone, è anche vero che tendiamo a vedere suoi segnali al nostro indirizzo, peccando di vanità.-
- Io non riesco a credere che sia un caso, a poche settimane dal diventare diacono.-

-Il mio consiglio è di seguire il tuo cuore. Se è destino che tu entri nel clero, allora lo capirai, altrimenti… non è necessario essere un prete o un diacono per essere un buon Cattolico.-

-Io… ci penserò.-

 

Tre giorni fa. Cafeteria della Worthington Tower.

Ad un occhio superficiale potrebbero sembrare tre ragazze comuni, anche se quella dai tratti orientali indossa abiti dai colori sgargianti e quella con i capelli rossi un miniabito fin troppo aderente. In confronto, quella più giovane, dai lunghi capelli biondi, passa quasi inosservata.

-L’hai presa bene.- sta dicendo alla rossa -Ok, loro non sono davvero i tuoi genitori perché vieni da un futuro alternativo ma non dirmi che il divorzio di Ciclope e Fenice non ti ha colpito.-

-È la loro vita.- replica filosoficamente Rachel Summers -Una loro scelta. Che mi piaccia o meno, non ha molta importanza, Grace. Mi auguro solo che siano felici.-

-Sei più buona di quanto lo sarei io.- ribatte Grace O’Sullivan Worthington -Quando ho scoperto che Warren era mio padre l’ho odiato per avermi abbandonata e poco importa che in realtà non sapesse nemmeno della mia esistenza fino a un paio d’anni fa-

-Ragazze…- interviene Jubilation Lee -Perché non mettiamo da parte questi discorsi e non pensiamo al nostro divertimento?-

-Mi sembra un’ottima idea.- commenta Rachel.
-Andiamo allo Strange Palace? C'è sempre da cuccare lì, tra i genezero filo-mutanti... - propone Jubilee con fare ammiccante.

-Genezero? Warren e zio Alex non sarebbero felici di sentirti usare quel termine politicamente scorretto.- la provoca Rachel.

-Ah… tanto non mi stanno ascoltando e nessuna di voi glielo dirà, vero?-

-Non io.- risponde Grace,.-

-E nemmeno io.-aggiunge Rachel -Del resto, non sono mai stata politicamente corretta.-

-Ma davvero?- ribatte Jubilee -Beh. Muoviamoci. Stanotte voglio fare le ore piccole.-

-Tanto per cambiare, eh?- continua la rossa –Io non ho certo problemi al riguardo.-
-Sì, anche per me va bene, neanche mio padre ha nulla da ridire su quel posto.- accetta la giovane Angel, imbracciando la sua borsetta e alzandosi.
-Questo perché non vi ha ancora viste in azione... - le provoca ancora la ragazza del futuro, mentre le segue verso l'uscita.

 

Sei giorni fa. In un vicolo buio nella zona del porto di Manhattan.

Il faccendiere è nervoso. Dopo i recenti exploit dei Sinistri Sei, il porto è più frequentato che mai dalla pula - anche se, di contro, il peggio è passato. Più che altro, lo rendono nervoso le quattro donne con cui sta portando a termine l'affare. Tre di loro sono statuarie, una di loro è un armadio a tre ante e, per quanto cerchino di fasciarsi nei loro impermeabili, faticano, sia pure per motivi diversi, a passare inosservate.

 -Ecco a voi, signore.- porge loro quattro passaporti falsi.
Angela Golden, in arte Golddigger, si premura di controllare la merce, mentre Charlotte Witter, la Donna Ragno, conta ancora le banconote con cui ricompensare il lavoretto. Nell'oscurità, sembrano due bellissime sorelle dalla lunga chioma bionda.

-Quindi... davvero non verrai con noi? - chiede conferma Tanya Sealy, nota alle forze dell'ordine come Mamba Nero. Pare sinceramente dispiaciuta di separarsi da Charlotte, con cui sentiva di star legando nel poco tempo passato insieme. Complici alcuni loro comuni trascorsi.
-No, vado in Argentina. E conviene a tutte voi: Tarantula Nera ha il controllo del crimine di mezza America latina e io sono la sua Regina. Avere il suo appoggio può fare la differenza per le Femizons.-
-Io mi rifiuto di chiedere aiuto a un uomo. Per di più a un tizio che ha un potere che si trasmette solo di maschio in maschio.- polemizza Angela.
-Oh, davvero? Hai il coraggio di farmi la paternale col nome di battaglia che ti ritrovi?-
Golddigger, infatti, indica proprio una ragazza in cerca di un uomo ricco da sposare

-Non c’è niente di male nel farsi aiutare economicamente da un uomo.- ribatte Angela -Obbedirgli in tutto e per tutto è un’altra faccenda. Mi è bastato quel porco di Damon Dran.-

-E Superia è meglio perché donna? Non farmi ridere. La verità è che non sei diversa da me. Usi il sesso per raggiungere i tuoi obiettivi senza farti scrupoli.-
Purtroppo il dibattito ideologico non può continuare perché una scia luminescente sta per colpire. Per una contorta serie di eventi, Charlotte Witter gode degli stessi poteri dell'Uomo Ragno, per questo il suo sesto senso del pericolo pizzica a mille. Uno scatto animalesco la fa balzare in avanti e trascinare via proprio la compagna di sventure con cui stava litigando, in tempo perché una carta di Gambit esploda alle loro spalle, facendo tremare la terra sotto i piedi di tutti i presenti.
-Signori e signore, la pacchia è finita. annuncia Havok.
Il tizio che ha fornito i passaporti sta scappando a gambe levate, con un mucchio disordinato di banconote in una mano, quando un muro di ghiaccio si materializza davanti al suo naso e va a sbatterci contro con violenza.
- Di' a McGuire che mi dispiace.- gli dice Gambit, mentre lo solleva stordito da terra e lo ammanetta.

-Non perdiamo tanto tempo, dai.-
Sbruffone, Drake impone le sue mani contro il nugolo di super-criminali e, nel giro di pochi secondi, una cupola bianca si materializza intorno a loro, imprigionandole in un bizzarro igloo senz'uscita. Non è evidente agli spettatori, ma le quattro donne sono serrate in un blocco di ghiaccio, sapientemente costruito per immobilizzarne gli arti, senza ibernarle e lasciando solo una camera d'aria per ciascuna.
-Visto? Chiamate pure L'F.B.S.A., ora.-
Le ultime parole famose, perché due istanti più tardi la struttura esplode in un milione di scaglie, sotto la pressione di una cappa di forza oscura, generata da Mamba Nero.
-Sicuro di aver letto il dossier? Uomo Ghiaccio, Alfiere: Mamba Nero è vostra.- ordina Havok.
Bobby lancia uno sguardo di fuoco ad Alex: è lui il veterano del gruppo, un padre nobile degli X-Men, e un Summers di seconda mano si permette di rimproverarlo e dargli ordini.
Gambit, occupati della Donna Ragno. Husk, Golddigger è tua - continua Havok, autoaffermatosi comandante operativo di questo team, lasciando per sé Battleaxe.
-La tizia senza poteri, eh? Mi sottovaluti, zio...- si lamenta Paige, con tono di sfida.
-Dimostrami di cosa sei capace.-

La Guthrie si denuda del proprio costume e della propria pelle, in un modo che costringe Havok a ingoiare saliva. Contro ogni legge della chimica e della biologia, Husk si è trasformata in una bellissima donna dalla scorza di diamante e la somiglianza con la Regina Bianca rende l'immagine ancora più conturbante. Un momento di vacillamento sufficiente perché la giunonica Anita Ehren ne possa approfittare. Sprovvista al momento delle sue asce d'ordinanza, fa affidamento sulla propria prestanza fisica per travolgere Alex Summers come un toro contro un drappo rosso.
-Perché gli X-Men si scomodano per noi?- domanda Charlotte Witter ad alta voce.
-Abbiamo un debole per le belle donne.- ribatte l'incorreggibile Remy, che la sta attaccando.
-Tipici beceri commenti da bar-.- s'intromette nel discorso Golddigger, a due passi da loro, pur già alle prese in un corpo a corpo con Husk.
- Troppe bionde da queste parti - scherza Paige, menando pugni adamantini come ha imparato nella Stanza del Pericolo, forte del fatto che non rischia di farsi anche un solo graffio. Non aveva però considerato che una pelle di diamante ha i suoi limiti, soprattutto in fatto di piena mobilità.
-Almeno su una cosa siamo d'accordo, chiunque-tu-sia - ribatte colpo su colpo la Golden, sfoggiando un'abilità nelle arti marziali insospettabile di primo acchito. Anche così un solo pugno di diamante basterebbe a metterla fuori combattimento… se riuscisse a raggiungerla.

Dal canto suo, anche Gambit sta avendo qualche difficoltà imprevista. Ha incrociato poche volte l'Uomo Ragno e non ricorda di aver mai avuto motivo di combatterci, ma questo equivalente femminile e cattivo pare avere la stessa agilità, gli stessi riflessi. Qualsiasi cosa le stia mandando contro, lei riesce ad evitarla.

 

In genere Havok contiene il suo potere, ma dai file che ha studiato su Battleaxe, pensa che sia ragionevolmente in grado di assorbire una salva di plasma senza danni permanenti o micidiali. Perciò, dopo essere stato investito dalla sua carica, non frena l'istinto di ricambiare con una raffica di energia cosmica che la scaraventa oltre il molo, dritta nell'acqua.
-Uomo Ghiaccio! - ordina ancora -Battleaxe è in acqua, non lasciarla scappare, puoi occupartene tu?-

-Zì, badrone - replica l'interpellato, con un'inopportuna battuta sullo schiavismo mentre Alex si rialza sorpreso dallo scoprire di avere ancora tutte le ossa al loro posto. Beh, non si lamenterà di certo.

Un sempre più frustrato Drake si sporge sulla banchina, punta le braccia verso l'acqua e il suo potere anti-entropico congela il mare dal fondale verso l'alto, per un raggio di una dozzina di metri. Il suo obiettivo è portare a galla qualunque cosa stia nuotando o affogando in quelle acque e, difatti, poco dopo Battleaxe emerge su una lastra di ghiaccio.
-Vediamo se sono in grado di farti prendere un raffreddore.- dice, rispolverando una battuta che avrà utilizzato fin troppe volte nella sua carriera e, insieme, la mossa utilizzata poc'anzi. Porta sottozero l'acqua che circonda la criminale, creando un bozzolo che la immobilizzi e che le lasci scoperta solo la testa. -E adesso sta' buona lì, ok?

 

-Peccato. In altre circostanze, avrei fatto tutto tranne che sfuggire a uno come te - stuzzica la Witter mentre si arrampica sulla parete di un container per evitare Gambit. Per qualche motivo, lui si fa scrupoli a farla esplodere per colpire lei. Sta sviluppando davvero una coscienza, dopotutto.
-Sono in una fase "Mi piacciono le bionde"…- dice Remy, contando di farsi sentire da Paige -… ma tu sei troppo vecchia per me, Donna Ragno!-. Opta per far esplodere una delle ultime carte a sua disposizione verso l'alto, sulle loro teste, con il solo effetto di farla barcollare.
-Per te sono Regina Ragno, villano!- esclama a gran voce la donna, mentre a sorpresa emette un filo di ragnatela per tappare la bocca che ha partorito l'insulto, e altri due getti ad ancorargli i piedi al terreno, facendolo rovinare in modo indecoroso.
-“Regina Ragno”? Che cos'è, un'evoluzione in stile Pokèmon?- scherza Husk, la più giovane del gruppo, e non a caso non tutti colgono la battuta. In un irrazionale ordine di priorità, accorre dal suo compagno di squadra e utilizza le sue unghie di diamante per strappare la ragnatela, prima dai piedi, poi dalla sua bocca. Durante l'operazione, per un attimo, i loro volti e le loro labbra si trovano vicinissimi. Remy guarda Paige con i suoi inconfondibili occhi rossoneri, con un'intensità e un desiderio da far mozzare il fiato a qualsiasi donna.
Un'ennesima distrazione che dà spazio a Golddigger per colpire la schiena di Gambit con un calcio.

-Touché! Ho letto che sei di New Orleans, come me... posso avere l'onore di arrestarti?-
-Fai poco lo sbruffone, LeBeau... gioca pure a fare l'eroe ma la fama della tua vera natura ti sovrasterà sempre!-
La rabbia monta sempre più nel Cajun... la Golden lo stuzzica ricordandogli il suo passato criminale. Non si è mai vergognato di essere stato un ladro gentiluomo, ma ci sono certe altre cose nel suo passato che preferisce non ricordare.

-Non farmi la paternale.- la rimbecca -Non sei certo migliore di me solo perché frequentavi i quartieri alti in cerca di polli… o pollastre... da spennare,-

-Sta' zitto!- ribatte Golddigger con voce irata.

Gli sferra un calcio che gli farebbe molto male se lui non si scansasse all’ultimo secondo.

Per colpirlo Golddigger si è scoperta troppo e diventa facile preda dei pugni adamantini di Husk e basta che uno arrivi segno per avere una facile vittoria sull'amante di Superia.
Una volta che è riversa per terra, Husk ne raccoglie i polsi, dietro la schiena, e li porge al suo compagno di squadra.
-Prego...-
-Grazie, bella.- dice Gambit, ammanettando la criminale, per poi guardarsi intorno. -Dov'è andata a finire la Regina Ragno?-
-Non lo so. Aiutiamo gli altri nel frattempo?-

 

Qualche supporto sarebbe loro gradito, in effetti.
Mamba Nero era fin dal principio l'elemento più delicato del gruppo. Annovera tra i suoi poteri la gestione di una fantomatica energia oscura e blandi poteri mentali che le permettono di creare illusioni e controllare menti.
Havok contava di andare sul sicuro, mandando Alfiere in prima linea contro di lei. La sconfitta attende chi non conosce abbastanza bene il proprio nemico.
-Aaaaargh!- è l'urlo straziante di Lucas, al suo primo tentativo di utilizzare la propria facoltà mutante per assorbire l'energia oscura sprigionata da Tanya Sealy.
-Che cosa pensavi di fare?!- lo rimbrotta lei. Gli si avvicina e lo guarda cadere sulle ginocchia. Continua a effondere i suoi neri flussi mistici, che sembrano avere l'effetto di essere assorbiti da Alfiere fino ad avvelenarlo, intossicarlo. Si contorce dal dolore e nessuno dei suoi compagni sembra preoccuparsene, presi come sono a combattere o imprigionare le altre avversarie.
Fino a un certo punto. Il legno del molo cede sotto i piedi di Mamba Nero, grazie a una scarica di Havok, di ritorno dopo essersi occupato di Battleaxe.
-Lascialo stare!-
Ormai è tardi, perché Alfiere ha perso i sensi. Alex Summers si china su di lui, per accertarsi delle sue condizioni. Il suo polso è debole e il suo respiro è corto, ma dovrebbe farcela finché si liberano di quelle seccature.  
E potrebbe volerci più del previsto.

L'Uomo Ghiaccio è ancora impegnato a rafforzare la trappola di ghiaccio intorno a Battleaxe quando vede la ragazza in costume succinto emergere dall’acqua.

-Serve una mano dolcezza… o magari un po’ di ghiaccio?-

Mamba nero non risponde: una nuvola di forza oscura sin stacca da lei per dirigersi verso Bobby.

-Ma cosa?-

-Se non fosse stato distratto quando la ragazza è emersa forse l’Uomo Ghiaccio avrebbe reagito più rapidamente, ma a quanto pare questa non è la sua giornata fortunata. Un'ondata di energia oscura lo investe, lo travolge e riesce perfino a far venire meno la sua corazza lucente, riportandolo a un aspetto del tutto umano, svenuto in una pozza di acqua in liquefazione.
Havok è pronto a scatenare il suo colpo migliore per mettere ko la supercriminale mentre torna all’asciutto, ma la vista gli si annebbia e l'udito gli si ovatta.

“Alex!”

Quella voce… non può essere.

-Lorna!- esclama.

Davanti a lui c’è Lorna Dane, Polaris, la donna che ha amato più di ogni altra e che ha perso in maniera stupida. Quasi senza accorgersene si muove verso di lei.

“Vieni da me Alex, ti aspetto, ti voglio.”

Havok non si accorge di diventare sempre più debole e non gli importa, non con Lorna lì con lui.

Un’improvvisa esplosione lo scuote da suo stato di trance.

Sbatte gli occhi e vede Mamba Nero spinta a terra da un calcio di Husk ancora in forma adamantina mentre poco lontano si vedono i rimasugli dell’esplosione di una carta di Gambit.

-Sei stato fortunato, mon ami.- gli dice Remy -Il potere di Mamba Nero avrebbe potuto ucciderti se fossi rimasto intrappolato più a lungo nella sua illusione.-

-Lo so e ti ringrazio.- risponde Havok –Ecco a cosa serve il lavoro di squadra.-

-Parli come tuo fratello.-

-Era un complimento?-

Gambit si limita a un sorriso sornione.

Finalmente cala il silenzio. Gli X-Men si guardano intorno.
Battleaxe è imprigionata nel ghiaccio, ancora per poco.
Golddigger è ammanettata per mani e piedi.
Mamba Nero è anche lei ammanettata a terra

-Dove diavolo è la Regina Ragno?! - domanda a tutti Havok, alquanto contrariato.
-Perlustro la zona - annuncia l'Uomo Ghiaccio, in tutta risposta, slittando via su una scia di acqua allo stato solido. Preferisce darsi da fare che ascoltare ancora la voce boriosa di Alex.

Una squadra del Federal Bureau for Superhuman Affairs raggiunge il campo di battaglia nel giro di pochi minuti.
-Vi ringrazio – dice, mentre porge la mano ad Alex, l’Agente Speciale Angela Del Toro -Non solo avete rimesso in gattabuia tre super-criminali ma avete anche sgominato un giro di falsi documenti e questo renderà più difficile ad altri delinquenti sfuggirci.-

Gambit si fa sfuggire un colpo di tosse. Meglio che le autorità non scoprano che il suo accordo con McGuire prevedeva il sacrificio di un gregario minore. Lui non lo dirà di certo.

-Dovere - ricambia la stretta di mano Havok.-Siamo mortificati di esserci fatti sfuggire la Regina Ragno.-
-La Donna Ragno, intende?-
-Dice di volersi far chiamare così, adesso - spiega Husk, appoggiandosi al portavoce della squadra.

-Supercriminali..!- sbuffa l'agente -Grazie lo stesso e alla prossima, X-Men.-

La squadra di agenti federali si è appena allontanata con le prigioniere che Paige interviene.

-Scusate… io credo di stare per…-

Prima che possa continuare, ecco che ritorna in forma umana… completamente nuda.

I maschi del gruppo rimangono per qualche attimo fermi, sconcertati e imbarazzati… e forse anche altro, anche se non lo ammetterebbero mai. Infine Gambit le porge galantemente il suo impermeabile.

-Tieni, ma chère. Me lo ridarai al ritorno alla base.

-Grazie.- replica lei -Tutto questo è imbarazzante ma non so come fare. Neanche le molecole instabili sembrano funzionare.-

-Oh, io non mi lamento: ho gradito lo spettacolo.-

-Stupido!- ribatte Paige con un sorrisetto ammiccante.

Alex tace.


Oggi. Centralino di Linea X, Worthington Tower.
<<Le passo un operatore specializzato.>>
dice una voce femminile.

Un'addetta allo smistamento delle chiamate in arrivo mette in attesa quella appena arrivata e clicca un paio di icone su un touch screen, una delle quali porta il bel faccino di Remy LeBeau.

<<Gambit, una chiamata da Aix-en-Provence, Francia.>> dice leggendo il toponimo in un modo da far sanguinare le orecchie.
-Si legge “exanprovàns”, bellezza. Un giorno di questi ti do lezioni private di lingua, ti va?-
ci prova come sempre l'ex ladro, nella sua lingua natìa… o almeno nel dialetto Cajun della Louisiana che probabilmente farebbe ugualmente inorridire un vero Francese, lingua che ha così poca occasione di esercitare ultimamente.

L'impiegata sfrutta l'urgenza della telefonata per cambiare linea.
Una voce francese maschile non lascia il tempo a Gambit di dire la frase d'accoglienza di rito.
<<Voi... potete aiutarmi? Mi stanno dando la caccia...>>
-Dove ti trovi? Chi ti sta dando la caccia?-
<<Teppisti...  sono armati di coltelli... vogliono scuoiarmi la testa... ho i capelli vivi>> prova a spiegare il giovane, dipingendo un quadro molto vago. Un flash fa immaginare a Gambit una versione maschile della mitologica Medusa.
-Come ti chiami?-
<<Martin>>

-Ascolta, Martin, devi resistere ancora un poco. Tieni la telefonata aperta, in modo che possiamo triangolare la tua posizione, ok? La chiamata è a carico nostro.-

 

Sala delle riunioni, cinque minuti più tardi.
-Vogliamo avere rogne con l'Unione Europea? Vi devo ripetere che ogni teletrasporto in territorio straniero è una violazione di leggi internazionali?- si lamenta Arcangelo.

-E da quando in qua una cosa del genere ti preoccupa?- chiede Alfiere -Siamo andati sempre dove ci pareva senza mai chiedere permessi a nessuno.-

-Poi vi lamentate se non abbiamo pubblicità- lamenta a sua volta Remy.

-È proprio della cattiva pubblicità che mi preoccupo.- ribatte Warren -Siamo un’organizzazione pubblica adesso.-

-Ha ragione. Ci avrebbero fatto comodo le identità segrete… ma ormai il danno è fatto.- interviene Alex Summers.

-Secondo me, da quando hai scoperto di avere una figlia ti sei rammollito, Worthington.- afferma in tono polemico Alfiere.

-E con questo cosa vorresti dire?- ribatte, irato, Warren.

-Calmatevi. Possiamo riuscire ad aiutare quel giovanotto francese mantenendo un basso profilo… a patto che Nightcrawler possa farci raggiungere il ragazzo in tempo.- dispone Havok, in un modo che tradisce sempre più la sua ambizione alla leadership -Warren, ci dai il via libera?-
-Andate.- è la risposta.
-Ora riprovo a chiamare Kurt.- coglie la palla al balzo Gambit.
 
Appartamento di Diana Vickers, Queens.

Kurt Wagner fatica a credere che Linea X lo stia contattando fuori dall'orario di lavoro, proprio nel frangente più delicato della sua vita recente.
- Devi rispondere? - gli domanda Diana, le dita che gli solleticano la peluria blu del petto.
- Temo di sì, amore - si smarca a malincuore, si mette a sedere sul letto e risponde al cellulare.
<<Kurt, dove sei?>> domanda Gambit, all'altro capo del telefono.
-È importante? Dimmi.-
<<Abbiamo una’emergenza in Francia. Per non irritare le autorità francesi Warren vuole mantenere un basso profilo. Sei disponibile a trasportare un gruppo di noi fin lì?.>>

-E se vi accompagnassi e tornassi a prendervi quando avete finito?-
<<Se preferisci così...>>
-Bene, arrivo subito.- chiude bruscamente la conversazione Kurt e poi si rivolge alla ragazza -Meine Liebchen abbiamo un mare di cose di cui parlare... per non dire altro, ma devo star via al massimo dieci minuti. Mi aspetti?-
-Ti ho aspettato per settimane, posso aspettare qualche minuto. Buon lavoro, amore.-
Si baciano in un modo focoso che farebbe inorridire tutti i mutantofobi.
Lui pensa di teletrasportarsi alla base.
Ma Diana Vickers continua a essere di fronte a lui, con espressione sempre più perplessa.
-Bé ? Non riesci proprio a staccarti da me?- sta per avvinghiarglisi al collo.
-Sì… cioè, no, è che... non riesco a teletrasportarmi!-

E il vivo terrore che si disegna sul suo volto non lascia pensare a scherzi.

Contemporaneamente. In un laboratorio segreto.
Un terminale si illumina ed emette un'inquietante suoneria per segnalare una notifica.
Una misteriosa figura arriva alla postazione nel giro di un minuto ed analizza i dati appena ricevuti. È entusiasta delle notizie.
C'è stato il primo, vero contatto. È questione di tempo prima che la verità venga a galla.
Il piano può passare alla fase 2.

 

Nel prossimo episodio...
Gli X-Men contro un altro gruppo di super-criminali, mentre Nightcrawler scopre inquietanti verità sulla defaillance dei suoi poteri...

Note

Ci ritroviamo dopo ben sette anni dal’ultimo episodio per quello che speriamo sia un gradito nuovo inizio.

La serie ha esordito con un amplesso tra Arcangelo e Psylocke, fattore scatenate della prima saga; per onorare la tradizione, Mickey non si è trattenuto dal raddoppiare la citazione, alludendo a due scene intime, una delle quali fa da apripista agli eventi futuri.

Le quattro supercriminali di questo episodio possono sembrare relativamente minori nel vasto panorama Marvel ma come abbiamo visto hanno dato del filo da torcere ai nostri eroi. La scelta di usare antagonisti non mutanti è stata, per così dire, ideologica, per mostrare che nella nostra concezione gli X-Men non sono rinchiusi in un loro ghetto ma partecipano alle vicende di tutto il Marvel Universe.

I più attenti di voi si potrebbero chiedere: ma non c’era già una supercriminale che si faceva chiamare Regina Ragno? Ebbene sì e sospettiamo che prima o poi la questione di chi sarà ad avere il diritto di portare quel nome sarà affrontata in qualche storia futura, quasi certamente scritta da Mickey. -_^

Applausi e congratulazioni a Carlo Monni

Insulti e pomodori a Mickey.

Stiamo scherzando, ovviamente. -_^

 

Carlo & Mickey

 



[1] Per i più curiosi, in seguito agli eventi di Webspinners #33/35.

[2] Su L’Uomo Ragno #66.

[3] Evasione raccontata su Marvel Knights #72.

[4] Su Capitan America MIT #53.

[5] Nel cataclismatico X-Men #34.